ONG svizzere all’estero perderanno il 10% dei finanziamenti federali nel 2024

Riduzione del finanziamento federale alle ONG svizzere
Nel biennio 2025-2026, il sostegno finanziario federale destinato alle ONG svizzere impegnate nella cooperazione internazionale sarà ridotto del 10% rispetto al periodo precedente. Il budget complessivo stanziato dalla Confederazione ammonta a CHF 235 milioni, cifra che rappresenta un significativo taglio rispetto agli impegni passati. La diminuzione risulta dall’annullamento di CHF 110 milioni nel solo bilancio 2025 e di ulteriori CHF 321 milioni previsti nel piano finanziario triennale 2026-2028, come deciso dal Parlamento svizzero.
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Questa contrazione del finanziamento impone una rimodulazione delle risorse che l’Agenzia Svizzera per lo Sviluppo e la Cooperazione (SDC) destina alle organizzazioni non governative. Di conseguenza, il contributo base alle ONG è stato ridotto di circa il 10,5%, incidendo direttamente sulla capacità di operare e di portare avanti i progetti di cooperazione e sviluppo sostenibile.
Il taglio si inserisce in un contesto di riorganizzazione e razionalizzazione degli stanziamenti federali, che riflette le priorità di politica estera e di bilancio attuali. La scelta del Governo svizzero punta a mantenere un equilibrio tra l’impegno internazionale e la sostenibilità economica delle finanze pubbliche, in un periodo di crescenti sfide sia interne che globali.
Destinatari e modalità di distribuzione dei fondi
Le risorse finanziarie erogate dall’Agenzia Svizzera per lo Sviluppo e la Cooperazione (SDC) saranno distribuite a un insieme definito di beneficiari, selezionati in base alla loro capacità di implementare progetti chiave per la cooperazione internazionale. In particolare, il finanziamento sarà indirizzato a 11 principali ONG svizzere di rilievo nazionale, oltre a 8 alleanze tra organizzazioni, tra cui quella delle federazioni cantonali, e 3 organizzazioni ombrello che coordinano varie iniziative nel settore dello sviluppo. Questa configurazione garantisce un quadro strutturato, in cui le risorse vengono gestite da enti con comprovata esperienza e solidità operativa.
Il meccanismo di allocazione segue criteri rigorosi, volti a sostenere progetti coerenti con gli obiettivi strategici elvetici in materia di cooperazione e sviluppo sostenibile. La SDC valuta la qualità delle proposte, la rilevanza territoriale e tematica degli interventi, nonché la capacità di ogni organizzazione di contribuire al raggiungimento degli obiettivi convenuti. Tale approccio mira a massimizzare l’impatto delle risorse ridotte, focalizzandosi su programmi che assicurino risultati misurabili e sostenibili.
Questa distribuzione coordinata riflette una volontà di concentrare gli sforzi finanziari su partner consolidati, riducendo la frammentarietà degli aiuti e garantendo una gestione più efficace e trasparente dei fondi pubblici. Nel contempo, mantiene viva la rete di collaborazione tra enti pubblici e privati, elemento cruciale per adattarsi alle sfide emergenti nei paesi beneficiari.
Implicazioni per la cooperazione internazionale e lo sviluppo sostenibile
Le riduzioni nel finanziamento federale imposte alle ONG svizzere avranno ripercussioni dirette e significative sulla cooperazione internazionale e sugli sforzi di sviluppo sostenibile. Con risorse complessivamente inferiori, le organizzazioni saranno chiamate a rivedere i propri piani di intervento, privilegiando progetti dai risultati più immediati e comprovati, ma rischiando di limitare la capacità di sperimentazione e innovazione. La pressione a ottimizzare l’efficienza finanziaria induce inoltre a concentrare gli investimenti in aree di priorità strategica, penalizzando iniziative più marginali ma potenzialmente importanti sul lungo termine.
Un altro effetto atteso riguarda la diminuzione del volume delle attività sul campo, con alcune ONG costrette a ridimensionare o sospendere programmi soprattutto nei contesti più fragili e complessi, dove l’impatto non è immediatamente quantificabile ma essenziale per lo sviluppo umano e sociale. Inoltre, il calo dei fondi potrebbe indebolire la posizione svizzera negli organismi multilaterali e nelle partnerships internazionali, compromettendo la capacità di influenzare politiche globali in materia di sviluppo e diritti umani.
In termini più ampi, questa contrazione finanziaria obbliga a una riflessione sul ruolo e sulle modalità operative della cooperazione svizzera nel mondo, evidenziando la necessità di modelli più resilienti e diversificati, capaci di integrare il contributo della società civile con quello di altre fonti, pubbliche e private. La sostenibilità degli interventi, in questo contesto, passa anche attraverso un rafforzamento delle alleanze internazionali e una maggiore valorizzazione del capitale sociale locale.
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